Un uomo è stato incriminato per aver drogato e soffocato la moglie in una struttura per la demenza a Gilbert, Arizona.
Un tragico episodio ha colpito la comunità di Gilbert, in Arizona, dove un uomo è stato accusato di aver ucciso la moglie all’interno di una struttura per pazienti affetti da demenza. La donna, Danielle Crosbie-Davidson, era ospite presso Eternal Springs Assisted Living, dove riceveva cure per la sua condizione avanzata. Il 46enne Justin Davidson, marito della vittima, era arrivato dalla California per trascorrere del tempo con lei. Tuttavia, pochi giorni dopo, l’11 giugno 2025, la donna è stata trovata senza vita nella sua stanza.

Il contesto: un caso che sconvolge l’Arizona
Secondo quanto riportato dal Maricopa County Attorney’s Office, il personale sanitario ha rilevato segni sospetti sul corpo della vittima. Durante la permanenza del marito, la salute di Danielle era peggiorata in modo significativo. Alcuni dipendenti hanno riferito che Davidson aveva chiesto di non darle più da mangiare e che aveva bloccato più volte la porta della stanza, comportamenti ritenuti anomali e preoccupanti.
Le accuse: overdose di farmaci e soffocamento
Durante un interrogatorio, Davidson avrebbe ammesso di aver ucciso la moglie. L’uomo ha dichiarato di aver triturato tra le 50 e le 60 pillole di ossicodone, un potente antidolorifico, somministrandole alla moglie nei giorni precedenti alla sua morte. Inoltre, la notte prima del decesso, avrebbe acquistato un sonnifero e lo avrebbe mescolato con una bevanda ghiacciata chiamata “Eegee”. I medici, al momento della scoperta del corpo, hanno notato che la lingua della donna era blu, un segno compatibile con l’ingestione del preparato.
L’accusa sostiene che Davidson avrebbe poi soffocato la moglie con un cuscino fino a causarne la morte. Il 30 giugno, la Procura di Maricopa ha formalizzato l’accusa di omicidio di primo grado, con Davidson attualmente detenuto sotto cauzione da 1 milione di dollari. Il processo è previsto per febbraio 2026.